Ispica
giornalista e scrittore
(Pachino 24 luglio 1907 – Torino, 25 settembre 1954)
Vitaliano Brancati
Biografia
A causa del lavoro del padre Rosario, avvocato consigliere di prefettura, la famiglia Brancati visse in numerosi Comuni siciliani prima di stabilirsi a Catania. A Ispica, che allora portava il nome di Spaccaforno, Vitaliano Brancati trascorse i primi anni dell’infanzia. Il padre vi giunse, infatti, nel 1913 in qualità di commissario prefettizio. È documentato con certezza che egli frequentò a Spaccaforno la quarta classe, nell’anno scolastico 1916/17, nei locali di via Ruggero Bonghi. Giornalista e scrittore, Brancati scrisse anche per il teatro ed il cinema. Nei suoi racconti e romanzi migliori esprime un interesse dolente e pungente per la società e il costume contemporanei con un atteggiamento fra il moralistico e l’umoristico. Nel 1941 pubblicò Gli anni perduti e Don Giovanni in Sicilia, ma deve il successo soprattutto ai romanzi (che ebbero fortunate riduzioni cinematografiche) come Il bell’Antonio (1949) e Paolo il caldo (postumo, 1955). Tra le sceneggiature anche quella di Anni difficili, del 1947, tra le prime opere cinematografiche girate nel territorio ibleo.
Opere
- 1934-1936. “Gli anni perduti”
- 1941. “Don Giovanni in Sicilia”
- 1948. “Anni difficili”
- 1949. “Il bell’Antonio”
- Postumo, 1955. “Paolo il caldo”
Luoghi
Ispica
giornalista, letterato, critico
(Mineo, 28 maggio 1839 – Catania, 29 novembre 1915)
Luigi Capuana
Biografia
Giornalista, letterato e critico. Collaborò in vari giornali e riviste, prima a Firenze a “La Nazione” poi a Milano al “Corriere della Sera” e diresse a Roma “Il Fanfulla della Domenica”. Divulgatore in Italia del Naturalismo francese e ammiratore di Zola, con Verga contribuì a elaborare la poetica del Verismo. Nel 1884 insegnò in Sicilia lessicografia all’Università di Catania. Di quegli anni furono i romanzi Il marchese di Roccaverdina e Profumo. Quest’ultimo è ambientato a Ispica, Marzallo nella sua finzione letteraria. Fu per due volte sindaco della sua città natale. Proprio da questo nasce il rapporto tra Capuana e l’allora Spaccaforno. In qualità di sindaco di Mineo, infatti, Capuana frequentò Ispica per la riscossione dei canoni della Marza, area che era stata quasi per intero assegnata al Comune etneo. Il legame con la cittadina di Spaccaforno fu testimoniato dall’epistolario tra lui e Antonio Gennaro che intuì il genio dello scrittore, aiutandolo anche economicamente. L’epistolario consta di 77 “pezzi” e fu acquisito dal Comune nel 2008.
Opere
- 1877- “Profili di donne”
- 1879- “Giacinta”
- Luglio – dicembre 1880 “Profumo”
- 1901 – “Il marchese di Roccaverdina”